“Solo”. Arturo Brachetti incanta con la sua arte poetica
Arturo Brachetti al Sistina, ed è subito magia
(CORRIERE DELLO SPETTACOLO DEL 08/02/2018 – PAOLO LEONE)
Arturo Brachetti al Sistina, ed è subito magia. Il grande artista torinese, torna nella capitale e incanta nel suo nuovo show SOLO, sì con la meraviglia del “quick change” di cui è maestro indiscusso, ma soprattutto con la poesia, con la capacità di mettere in scena il suo mondo fanciullesco e farlo diventare quello degli spettatori. Non a caso Arturo batte spesso sul tasto della lotta tra la forza del razionale, che trascina a terra, e quella dell’irrazionale, che permette il volo della mente, mirabilmente rappresentato nella lotta finale a colpi di strabilianti raggi laser sul palco, in stile Matrix, tra lui e la sua “ombra”, il bravo Kevin Michael Moore. Ogni spettacolo di Brachetti rivendica il diritto al sogno, alla bellezza surreale della rimembranza e in Solo tutto ciò è centuplicato grazie alla sua personalissima casa dei ricordi sul palco insieme a lui. Ne apre le porte, ci fa vedere gli interni, ci espone fatti e interpretazioni oniriche grazie alle sue incredibili performance di trasformista e di illusionista, che non finiscono mai di stupire, nemmeno dopo tanti anni di spettacoli in giro per il mondo. Brachetti è come il Festival di Sanremo, verrebbe da dire vista la concomitanza della sua permanenza al Sistina con lo svolgersi della rassegna canora.
Brachetti è Brachetti e potremmo finirla qui. Ma c’è da dire che oltre alle stupefacenti trasformazioni, lui va oltre e dona quel tocco di poesia ammaliante di cui dicevo all’inizio con le ombre cinesi, con la sand painting (la pittura con la sabbia), l’utilizzo del videomapping che trasforma la scenografia in una continua, modernissima, sorpresa. Un autentico spettacolo per tutte le età, con cui emozionarsi come bimbi, apprezzare il grande lavoro tecnologico e quello pazzesco, di squadra, per la realizzazione di un’ora e trenta (preciso, come suo solito) di divertimento e stupore, con grande senso dell’ironia. Il tutto ad un ritmo vertiginoso.
Sì, Arturo, anche stavolta hai vinto contro la forza oscura della razionalità, anzi l’hai addirittura convinta che è bello vederti volare, donando a tutti noi la certezza che si può invecchiare rimanendo giovani, se lo vogliamo. Per tutto questo possiamo SOLO dirti grazie. Da non perdere, si replica fino al 18 febbraio.